Le notizie sulle Rappresentative Nazionali LND
Concluso il quarto modulo di aggiornamento per le Rappresentative LND
Si è svolto nel Centro di Preparazione Olimpica dell’Acqua Acetosa (CONI) a Roma, in una sala gremitissima di Osservatori della Serie D, Referenti Tecnici dei Comitati Regionali LND insieme ai mister delle Rappresentative Nazionali LND Tiziano De Patre Serie D/Under 18, Massimo D'urso Under 17, Calogero Sanfratello Under 16 e Andrea Albanese dell'Under 15, il meeting di aggiornamento sul lavoro svolto nell’ambito delle Rappresentative Nazionali LND. Un momento di confronto ed approfondimento, a conclusione del primo biennio di vita del “Progetto Giovani”, fortemente voluto dalla Lega Nazionale Dilettanti e dal suo Presidente Cosimo Sibilia. Due anni di grande impegno con l'obiettivo di implementare l’attività della LND su tutto il territorio nazionale, attraverso il monitoraggio completo dei giovani calciatori dilettanti. Nel primo anno di scouting sono state visionate oltre 1.100 partite seguite dalle 1.300 di questa stagione. Attenzione, capillarità, formazione e confronto, sono gli ingredienti fondamentali che accomunano, con passione, gli operatori coinvolti in questo ambizioso progetto che mette il giovane calciatore al centro ed alla base della mission della Lega Nazionale Dilettanti: la valorizzazione del talento.
La giornata si è aperta con un primo modulo formativo a cura di Maurizio Costanzi, Responsabile del Settore Giovanile dell’Atalanta, rivolto alla “Valutazione del Giovane Calciatore Dilettante in funzione del trasferimento nell’Area Professionistica”. Costanzi ha parlato della trasformazione della figura di un Responsabile di Settore Giovanile divenuto oggi un “manager” a tutti gli effetti. Una nuova professione, duttile e capace di gestire altri profili specializzati, dotati di requisiti di eccellenza, per operare in aree di lavoro cardine,interconnesse e sostenute da un filo conduttore univoco dalla base al vertice. Filo conduttore "culturale" soprattutto in un settore giovanile dove è vitale che tutti i collaboratori abbiano una medesima sensibilità formativa. L’esperienza ha condotto il resp. del settore giovanile orobico ad individuare alcune macro aree di intervento: tecnica, azione di scouting, formativa, fisico atletica, preventiva – rieducativa (medica) ed educativa. L'ultima è particolarmente importante al fine di contrastare l'invasività dei media. “Abbiamo dei collaboratori nell’Atalanta – ha specificato Maurizio Costanzi riguardo alla “pericolosità” dei social - che si dedicano al controllo di questo fenomeno, curando la diffusione di un differente modello culturale”. Altro punto trattato, con grande coinvolgimento dei presenti, è stato poi il “set” dei requisiti da considerare nella valutazione di un giovane calciatore. Sul tavolo sono state messe la fisicità, intesa come “esplosività” a 360°, la tecnica(con attenzione sui possibili ruoli) e l'aspetto mentale. Si è parlato molto della personalità come dimensione in prospettiva da valutare con cura proprio in virtù del giovane “materiale umano” con il quale si opera. Il confronto è proseguito sull’interpretazione dello “scout” con preziosi imput forniti da Costanzi ai selezionatori/osservatori presenti. “Consiglio, nelle relazioni, di descrivere l’atleta nei minimi dettagli. Tendere – spiega - a fornire una fotografia quanto più fedele del calciatore visionato. Corsa veloce? con quale frequenza? ci sono modificazioni nel cambio di direzione? ecc. giusto per fare degli esempi”. La maturazione tecnica del talento è stata descritta come qualcosa che per attuarsi, nel settore giovanile, deve superare l’idea del risultato a tutti i costi abbracciando una visione prospettica della formazione al gioco, al bel gioco. “Teniamo allenato occhio e fiuto più di qualsiasi altro strumento digitale di analisi. Tutto è utile nel completamento del nostro lavoro ma la vera sfida – ha aggiunto - è, e sempre sarà, la trasformazione di questi dati e la loro interpretazione attraverso l’osservazione partecipata che sia inoltre più “intrecciata” possibile con gli osservatori con i quali si collabora”. Le ultime considerazioni sono state portate sul senso generale del progetto e sull’importanza di tornare ad un modello nazionale in grado di affrancarsi dall’emulazione di quelli esteri responsabilizzando il ruolo senza mascherarlo con la tattica: “Meglio insegnare l’uno contro uno a tutto campo in tutte e due le fasi di gioco – ha concluso Maurizio Costanzi - che coltivare l’idea di esser sempre coperti da una qualche filosofia tattica”.
Il secondo modulo, “Lo scouting del Portiere” è stato invece condotto da Nicola PavariniResponsabile dell’area portieri della Juventus Under 14 e 17. Il Responsabile dell’attività agonistica di base, ha illustrato l’organizzazione dell’area portieri della Juve attraverso l'ausilio di slide che hanno messo in mostra l’importanza delle tante figure implicate nello scouting e nella formazione dei numeri uno bianconeri. Sono stati messi in luce alcuni indicatori di scouting come la provenienza dei portieri, sia a livello nazionale che continentale, ed è stato evidenziato l’ottimo lavoro svolto in Polonia. La presenza di strutture, come ad esempio in Lombardia, è un altro fattore che facilita la presenza di giocatori interessanti, a riprova che l’investimento nei campi di gioco, nel sostegno delle società e nell’organizzazione concertata rappresenta un elemento imprescindibile nella ricerca di portieri. “L’atleta di talento – ha dichiarato Pavarini in merito allo scouting - si identifica per colpi fuori dall’ordinario. L’aspetto coordinativo e tecnico incidono sul talento a prescindere da altri momenti formativi”. Elencati i fattori predittivi da tenere in considerazione durante l’attività di osservazione che, come nel caso esposto da Costanzi, includono anche il fattore personologico. Ritenuto importante, nella Juventus, anche l’apporto delle piattaforme video, soprattutto per visionare ragazzi in ogni parte del mondo. Il primo passo “a video” precede l’osservazione dal vivo da effettuare anche fino a cinque volte per ottenere il maggior numero di informazioni possibile. “Personalmente, durante la visione di un portiere, pongo molta attenzione alla fase del riscaldamento e di allenamento. I fattori che ritengo predittivi – spiega Pavarini – riguardano l’altezza, che mediamente si fissa sui 190 cm di sviluppo, il peso di un 90kg circa, una coordinazione veloce, elastica. Importante la lettura delle traiettorie aeree. Riteniamo fondamentale che il ragazzo sia bravo con entrambi i piedi sotto pressione, che sia capace di leggere il gioco e metta in campo personalità”. Anche Pavarin, come chi l’ha preceduto, ha voluto ribadire che la cultura della vittoria ad ogni costo è controproducente nella formazione dei giovani atleti. All’estero si lavora meglio in questo senso ed è sotto gli occhi di tutti, specialmente nel calcio moderno. “Dopo il primo step di osservazione – aggiunge - lo studio prosegue a Vinovo per un minimo di due giorni con l’utilizzo di vari test tecnici e fisici. Il concetto è appunto quello di studiare, di soffermarsi, anche sulle potenzialità”. Focus quindi anche sulla capacità di apprendimento, che non è osservabile in partita durante le primissime osservazioni che si rivolgono principalmente agli Under 15 e 14. “L’aspetto tecnico sarà migliorato all’interno del club quindi diamo molta importanza ai fattori di personalità e attitudine al ruolo. Per fare questo lavoriamo in team e tutti gli allenatori dei portieri sono chiamati a stendere una relazione sul ragazzo, al termine di tutte le osservazioni per una scelta comune e condivisa”. Si è dibattuto sulle linee guida che devono muovere i collaboratori, le metodologie codificate e la filosofia di fondo delle gestualità da allenare, proprio per coltivare la forza di un lavoro univoco nel quale il club ripone fiducia. Affidare la preparazione atletica dei ragazzi a professionisti, torna come argomento centrale nel confronto su ciò che è il calcio oggi basti paensare alle nuove tecniche, alle macchine isoinerziali, al potenziamento in base alla fascia di età. "Migliorare l’atleta, porre attenzione sulla crescita, all’insegnamento – afferma Pavarini - in ogni momento e per tutti, a prescindere dal momento della gara. Abbiamo anche uno staff di nove psicologi dediti all’osservazione degli allenamenti, degli allenatori e dei ragazzi perseguendo una cultura inclusiva”. L’ex portiere di serie A, 25 anni tra i professionisti con Livorno, Reggina, Parma e molte altre squadre si è intrattenuto a lungo a rispondere alle tante domande dei convenuti prima di congedarsi con dei sinceri complimenti per il grande lavoro svolto con le Rappresentative della LND. Indicazioni estremamente preziose per gli operatori impegnati nel “Progetto Giovani” della Lega Nazionale Dilettanti che, anche attraverso questi momenti di aggiornamento, conferma il proprio impegno a sostegno di tutto il panorama calcistico nazionale.
Il meeting si è infine concluso con un confronto sui soddisfacenti risultati conseguiti al termine della stagione sportiva 2018/2019, soprattutto dal punto di vista formativo. La Rappresentativa Serie D di mister Tiziano De Patre ha raggiunto gli ottavi di finale della Viareggio Cup uscendo sconfitta, immeritatamente, dal confronto contro l’Inter. Lo stesso De Patre ha invece vinto il Trofeo “Caput Mundi” con la Rappresentativa Under 18. L’Under 17 di mister Massimo D’Urso ha affrontato il “Trofeo Arco di Trento” pareggiando con i pari età di Lazio e Verona, piegandosi solamente al Milan mentre ha raggiunto la semifinale della Lazio Cup contro lo Shakhtar Donetsk che ha vinto per 1-0 al termine di una sfida molto combattuta. Terzo posto in Umbria al “Torneo della Pace” per i ragazzi Under 16 di mister Calogero Sanfratello e sconfitta, contro la Juventus, nella finalissima della “Scirea Cup” a Matera. Per Andrea Albanese e la sua Under 15, finale persa contro la Rappresentativa di Lega Pro ma solo al termine dei calci di rigore.
Nella foto, il Coordinatore Organizzativo delle Rappresentative Nazionali LND Alberto Branchesi ed il Responsabile del Settore Giovanile dell’Atalanta Maurizio Costanzi