La frontiera degli eSports avanza sempre più spedita, coinvolge sempre più giovani e necessita dunque di una particolare attenzione. Secondo i dati raccolti dall’AESVI (Associazione Editori Sviluppatori Italiani), ogni giorno in Italia circa 350.000 persone seguono un evento eSports.
Ma il dato che salta ancor di più all’occhio è quello relativo ai motivi che spingono queste persone a dedicarsi a tali pratiche: il 79% degli “eSports fan” vi si dedicano prevalentemente per impegnare al meglio il loro tempo, riuscendo a distrarsi da altre pratiche deleterie e socialmente inutili.
E qui entra in gioco la Lega Nazionale Dilettanti, che da sempre ha come obiettivo principale quello di promuovere il gioco del calcio oltre a di togliere i ragazzi dalla strada ed inserirli in un ambiente nel quale possano imparare i valori della lealtà sportiva, del rispetto delle regole e della solidarietà sociale.
La LND, come noto, si è sempre concentrata sul calcio vero, quello praticato sul campo, cercando dunque di contrastare qualsiasi forma di sedentarietà associata ai giovani. E allora perché puntare sugli eSports? Perché puntare su giochi che vengono praticati da persone sedute davanti ad uno schermo multimediale? Sono domande lecite, che quasi creano un paradosso, ma non bisogna dimenticare – ed è proprio questa la vera sfida della LND - che i giochi virtuali rispondono anche alle esigenze delle persone che per diverse tipologie d’impedimenti, cercano un modo per socializzare ed essere ugualmente inclusi nella grande cornice del calcio.
Il progetto eSports, “testato” per la prima volta durante il Torneo delle Regioni, finora ha riscosso grande successo e c’è grande attesa per la partenza di ROADSHOW 2K20, evento che spera di porre ancor di più l’accento su un tema caldo, in costante crescita e desideroso di abbracciare tutte le problematiche sociali legate ai giovani e ai meno giovani.